Big Data: cosa sono e a cosa servono

Partendo da una definizione semplice, i big data sono enormi quantità di dati e informazioni relative a un determinato ambito. Per essere analizzati, questi dati necessitano di potenti tecnologie sofisticate, in grado di darne una lettura di valore e di interesse.

Big Data: qualche esempio pratico

Negli ultimi anni quello dei big data è diventato un argomento che fa gola alle grandi aziende e non solo, perché laddove un numero alto di persone naviga, interagisce e acquista, contribuisce a dare valore alle azioni che compie. Per fare un esempio concreto, in ambito di marketing, si può fare riferimento ai colossi dello streaming online o dell’e-commerce (rispettivamente Netflix e Amazon): quando l’utente naviga, non fa altro che lasciare una quantità indiscussa di dati relativi ai propri gusti, sia in termini di fruizione di film che di acquisti online: una volta memorizzate, quelle informazioni verranno riproposte o suggerite nel momento in cui l’utente effettuerà ricerche simili e affini alle azioni precedentemente descritte.

Big Data: qualche numero

Superata la paura iniziale delle aziende e degli enti di ricerca di condividere questa quantità abnorme di dati, sembra che l’Italia sia tra i maggiori paesi europei predisposti all’utilizzo di tecnologie digitali. L’impatto della Data Economy sull’economia italiana è significativa: secondo una ricerca condotta dal Politecnico di Milano, nel 2015 le stime erano pari all’1,6% a fronte del 2,7% previsto per il 2020 (per maggiori informazioni, ti rimandiamo alla lettura del Report Consumatori 2016).

Big Data

Big Data: come aumentare il valore delle analisi in ambito d’impresa

In ambito di marketing, queste informazioni possono essere utilizzate dai professionisti per profilare e targetizzare sempre di più le comunicazioni pubblicitarie: dagli acquisti online, alle preferenze in ambito social e, più in generale rispetto alla loro navigazione. Qual è il valore aggiunto che deriva da queste analisi? La possibilità di intersecare i dati tra di loro permette di rilevare delle correlazioni di non poco conto, offrendo all’azienda una maggiore conoscenza del cliente e, quindi, la possibilità di creare offerte personalizzate e decisioni chiave della vita dell’azienda.

Business Intelligence: la strategia dei dati

La business intelligence è la strategia che si nasconde dietro i dati. Sostanzialmente si tratta di combinare bene le informazioni in modo da ricavarne correlazioni interessanti al fine di orientare in maniera specifica e precisa il comportamento d’acquisto del consumatore.

E’ necessario costruire un database per raccogliere le informazioni di cui sopra , affinché i dati siano:

  • Condivisibili: ogni membro dell’azienda ha la possibilità di utilizzare i dati per prendere decisioni in materia di comunicazione e pricing;
  • Riutilizzabili: ogni fase del processo di creazione e sviluppo operativi deve poter attingere ai dati, di cui sopra;

Ciò permette un’analisi puntuale  precisa del consumatore e facilita le decisioni in termini di creazione del business, oltre a fare delle previsioni più scrupolose sulla perfomance aziendale.

Big Data: quali previsioni per il futuro?

Nell’era dell’Information Communication Technology (ICT) l’informazione è una risorsa da valore inestimabile. Le aziende hanno iniziato a prendere in considerazione l’argomento; d’altro canto, c’è chi sostiene che il potere è nelle mani di chi detiene queste informazioni: aspetto che può  incidere pesantemente sulla privacy.  Secondo un articolo del Sole24Ore il futuro dei big data è “open”. E’ necessario che questo aspetto sia regolamentato dall’UE e che i dati e le informazioni relative agli utenti siano protette.

In futuro ci auguriamo che i dati siano resi disponibili e fruibili a tutti, nel rispetto dello scopo per cui sono analizzati: la riutilizzabilità e la condivisibilità.