Ricorre quest’anno, 2013, il bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi.
Non tutti sanno che il più grande compositore italiano visse due momenti di grande sconforto, che egli superò grazie al grande ottimismo e alla determinazione nel perseguire a tutti i costi il suo sogno, quello di diventare un grande musicista.
Nel 1832 Verdi si trasferì a Milano per sostenere l’esame di ammissione al conservatorio ma, incredibilmente, non venne ammesso perché, a detta della commissione giudicatrice, aveva sbagliato, nel suonare, a posizionare la mano.
Verdi non si arrese e continuò ad occuparsi di musica con determinazione e abnegazione. Proprio tale impegno gli permise di presentare alla Scala di Milano, nel 1839, l’opera Oberto, conte di San Bonifacio, che però ottenne uno scarso successo, così come la sua composizione successiva Un giorno di regno, che si rivelò un vero e proprio fiasco.
Da più parti a Verdi fu consigliato di abbandonare la musica, ma egli non ascoltò le critiche e anzi reagì dandosi anima e corpo alla sua successiva opera, il Nabucco che, nel 1842, suscitò alla Scala un incredibile entusiasmo. Verdi aveva finalmente raggiunto il suo obiettivo, attestandosi come il più grande compositore del suo tempo.
Al Nabucco seguirono opere di straordinario successo anche a livello internazionale e destinate a entrare nell’Olimpo della musica classica. Tra queste, ricordiamo Il Rigoletto, Il Trovatore, la Traviata, Aida e la Messa da Requiem. Verdi ci insegna, quindi, come sia importante perseguire sempre e con determinazione i propri obiettivi, senza mai lasciarsi prendere dallo sconforto e senza mai lasciarsi abbattere dalle difficoltà.