L’importanza della voce: la parte emozionale di quel che si dice!

La voce è quell’elemento fondamentale che influenza in maniera sostanziale l’efficacia, la credibilità, la forza, la memorabilità, e perfino l’interpretazione di tutto quello che di dice, si scrive o si ascolta.

La voce: lo strumento che ci fa permette di comunicare.

La voce che ognuno di noi ha è una faccenda di polmoni, corde vocali, laringe, bocca, denti, lingua… Insomma una sofisticata macchina per parlare.
Come funziona? I polmoni pompano aria, e l’intensità della voce (dal sussurro all’urlo) dipende da quanta aria viene pompata. L’aria fa vibrare le corde vocali, che producono suoni di diversa frequenza: dalla lunghezza e dalla tensione delle corde vocali deriva la qualità della voce (gli uomini hanno corde vocali più grosse e voci più gravi delle donne o dei bambini).
Il tono e il timbro (squillante, cristallino, roco…) invece, sono modulati soprattutto dalla laringe. E le parole articolate si formano ancora dopo, tra labbra, denti, lingua. Tutto questo complesso apparato viene guidato dall’area cerebrale di Broca.

I toni carismatici.

Chi parla con una tonalità profonda viene considerato come una persona  carismatica e determinata, ma la percezione cambia da paese a paese e da cultura a cultura.

Come modulare la propria voce?

In realtà tutti noi, quando parliamo e in maniera più o meno consapevole, moduliamo la nostra voce: una voce del tutto uniforme appare robotica. Per esempio, calibriamo il volume (l’intensità) della voce non solo in relazione alla condizione e alla distanza di chi ci ascolta, ma anche in base alla nostra condizione emotiva.
Soprattutto facciamo in modo che il tono che usiamo sia congruente con la qualità emozionale del messaggio che vogliamo trasmettere.

Facciamo un esempio: una frase semplice come “ti stavo aspettando” può essere detta in mille toni, che possono trasmettere mille coloriture emozionali diversi, da “che gioia vederti”, a “bene, adesso che sei qui, datti da fare” a “fortuna che sei arrivato!” a “sono infuriato e vorrei strangolarti con le mie mani” a “sei inaffidabile e non cambierai mai”.
L’incapacità patologica di usare un tono di voce congruente con quanto si sta dicendo si chiama parafonia.

Il tono di voce nella comunicazione interpersonale.

Il tono è cruciale nella comunicazione interpersonale.

Proviamo ad immaginarci cosa potrebbe succedere se, all’interno di una coppia, il tono di voce che usa lui per esprimere “sono esausto” viene percepito da lei come “non mi importa niente di te”. Ma anche nelle interazioni sul luogo di lavoro il giusto tono di voce è importante.
Il tono è anche una parte fondamentale (e troppo spesso trascurata) di qualsiasi progetto di comunicazione, individuale o collettivo, aziendale, istituzionale politico, proprio perché riguarda le emozioni che trasmettiamo, e le conseguenti risposte emozionali.

Il mammese: il tono usato dalle mamme

È il modo tipico in cui le mamme istintivamente parlano ai bambini piccoli: tonalità più acuta della norma, frasi semplici e scandite, coloritura emotiva più accentuata eee… prendi il cappottino… su, da bravo… bello il cappottino… che ti tiene caldo caldo caldo… adesso… coi bottoni lo ab-bot-to-niamo… fino in fondo…
Il mammese è “dinamite per lo sviluppo del linguaggio”: cattura l’attenzione dei più piccoli come una calamita. Il mammese si può usare non solo per parlare, ma anche (altra cosa importantissima) per leggere ai bambini e, naturalmente, possono parlarlo non solo le mamme, ma anche i papà, i nonni e tutti quanti girano per casa.

La scrittura può avere una voce propria?

Certo che ce l’ha. Ed è opportuno che sia riconoscibile. La voce di ogni testo deve rafforzare quanto si sta dicendo.